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Young Academy for Gender Policies
Generiamo nuova cultura di genere

Il progetto, promosso in collaborazione con HR WoMen, è volto alla formazione di giovani (tra i 18 e i 30 anni) che possano sensibilizzare le studentesse e gli studenti delle scuole superiori sul tema delle pari opportunità. La formazione dei giovani sarà affidata ai ricercatori e alle ricercatrici dell’Università degli Studi di Milano, manager e professionisti che terranno un ciclo formativo di cinque lezioni.

TEAM

Cosa facciamo

YOUNG ACADEMY FOR GENDER POLICIES

PARLA MARILISA D’AMICO – Prorettrice alla Terza Missione e alle Pari Opportunità

A chi si rivolge la Young Academy?

La Young Academy for Gender Polices nasce per formare giovani volontari e giovani volontarie, tra i 18 e i 30 anni, che vogliano dedicarsi con passione ad un’iniziativa concreta per il superamento del gender gap. Tramite questo percorso formativo, i volontari e le volontarie diventeranno formatori e formatrici che a loro volta educheranno sul tema delle pari opportunità e dell’inclusione giovani studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. Il percorso mira anche ad attivare un networking intergenerazionale per concorrere allo sviluppo personale, formativo e professionale dei giovani e delle giovani partecipanti.

Un progetto come il vostro, nato dalla collaborazione tra l’università e le imprese per la formazione dei giovani
e delle giovani volontarie, quale impatto diretto vi augurate abbia sulla società civile?

Puntiamo a supportare le giovani e i giovani nel costruirsi una consapevolezza sui temi trattati durante il ciclo di lezioni per poi portarli/e a disseminare idee, competenze e nuove prospettive nei contesti più vari. Giovani volontari e volontarie, formati/e da ricercatori e ricercatrici, faranno poi lo stesso con studenti e studentesse dei licei, iniziando un ciclo virtuoso di scambio e di formazione attiva.

Come è stato strutturato il percorso di formazione dei giovani volontari all’interno della Young Academy for Gender Policies?
E in cosa è stato innovativo questo percorso?

Un percorso formativo è stato di cinque lezioni, con modalità didattiche immersive e innovative, di due ore ciascuna. Le lezioni hanno avuto come oggetto dallo studio delle politiche di genere alla loro efficacia nella promozione delle pari opportunità. In particolare, sono state fornite
competenze in tema di diritto antidiscriminatorio, di violenza di genere, di linguaggio discriminatorio e pubblicità sessista, di diritto del lavoro e, infine, sono state impartite competenze pedagogiche che hanno aiutato gli attivisti e le attiviste ad esportare quanto appreso anche nella formazione peer to peer.

Quali ostacoli devono ancora essere superati quando si parla di stereotipi
e come la Young Academy for Gender Policies può aiutare il progresso di queste battaglie?

Gli stereotipi sono ancora una realtà e la strada da percorrere per abbatterli è lunga. I dati a livello globale dimostrano come ancora sia difficile raggiungere la piena e vera parità tra sessi. Non si tratta di bias cognitivi superficiali, ma di concetti profondamente radicati nella società e spesso sono stereotipi che vengono veicolati anche tramite i media e le istituzioni. La mancanza di consapevolezza dell’impatto di questi stereotipi, e ancora prima il loro riconoscimento e l’adozione di strumenti di contrasto, rappresentano sicuramente l’ostacolo più grande. Un approccio integrato e multidisciplinare è l’unico strumento che possa avvicinarci ad affrontarli in modo più corretto.  

A chi si rivolge la Young Academy?

La Young Academy for Gender Polices nasce per formare giovani volontari e giovani volontarie, tra i 18 e i 30 anni, che vogliano dedicarsi con passione ad un’iniziativa concreta per il superamento del gender gap. Tramite questo percorso formativo, i volontari e le volontarie diventeranno formatori e formatrici che a loro volta educheranno sul tema delle pari opportunità e dell’inclusione giovani studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. Il percorso mira anche ad attivare un networking intergenerazionale per concorrere allo sviluppo personale, formativo e professionale dei giovani e delle giovani partecipanti.

Un progetto come il vostro, nato dalla collaborazione tra l’università e le imprese per la formazione dei giovani e delle giovani volontarie, quale impatto diretto vi augurate abbia sulla società civile?

Puntiamo a supportare le giovani e i giovani nel costruirsi una consapevolezza sui temi trattati durante il ciclo di lezioni per poi portarli/e a disseminare idee, competenze e nuove prospettive nei contesti più vari. Giovani volontari e volontarie, formati/e da ricercatori e ricercatrici, faranno poi lo stesso con studenti e studentesse dei licei, iniziando un ciclo virtuoso di scambio e di formazione attiva.

Come è stato strutturato il percorso di formazione dei giovani volontari all’interno della Young Academy for Gender Policies? E in cosa è stato innovativo questo percorso?

Un percorso formativo è stato di cinque lezioni, con modalità didattiche immersive e innovative, di due ore ciascuna. Le lezioni hanno avuto come oggetto dallo studio delle politiche di genere alla loro efficacia nella promozione delle pari opportunità. In particolare, sono state fornite competenze in tema di diritto antidiscriminatorio, di violenza di genere, di linguaggio discriminatorio e pubblicità sessista, di diritto del lavoro e, infine, sono state impartite competenze pedagogiche che hanno aiutato gli attivisti e le attiviste ad esportare quanto appreso anche nella formazione peer to peer.

Quali ostacoli devono ancora essere superati quando si parla di stereotipi e come la Young Academy for Gender Policies può aiutare il progresso di queste battaglie?

Gli stereotipi sono ancora una realtà e la strada da percorrere per abbatterli è lunga. I dati a livello globale dimostrano come ancora sia difficile raggiungere la piena e vera parità tra sessi. Non si tratta di bias cognitivi superficiali, ma di concetti profondamente radicati nella società e spesso sono stereotipi che vengono veicolati anche tramite i media e le istituzioni. La mancanza di consapevolezza dell’impatto di questi stereotipi, e ancora prima il loro riconoscimento e l’adozione di strumenti di contrasto, rappresentano sicuramente l’ostacolo più grande. Un approccio integrato e multidisciplinare è l’unico strumento che possa avvicinarci ad affrontarli in modo più corretto.

i partner

Ispirato all’assetto strategico sponsorizzato da ONU ed EU (He for She): lo sforzo culturale degli uomini per l’empowerment delle donne diviene necessario data la crescente consapevolezza che le pari opportunità sono un valore per tutti. Il primo Think Tank internazionale, apartitico e senza fini di lucro fondato e sostenuto da leader di tre Pilastri ben definiti: ISTITUZIONI – ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALI DI DIREZIONE DEL PERSONALE – AIESEC.
La community dei manager e delle alte professionalità. Rappresentiamo dirigenti, quadri ed executive professional di Commercio, Trasporti, Turismo, Servizi e Terziario Avanzato. Valorizziamo il loro ruolo e contributo nell’economia e nella società, offriamo servizi per la professione, la persona e la famiglia.

Paolo Ceravolo, Samira Maghool, Costanza Nardocci

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