Tutti i progetti di Human Hall
INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE DI ORIGINE STRANIERA
Questo progetto mira a sviluppare nuove strategie per i processi di integrazione, anche alla luce del Piano d’azione per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027 dell’Unione europea.
Partendo dalla convinzione che la facilità d’accesso rappresenta uno strumento fondamentale per l’integrazione e la tutela dei diritti sociali, il progetto si concentra su alcune categorie vulnerabili (le donne e i minori di origine straniera) allo scopo di favorirne e rafforzarne l’accesso ai servizi, all’istruzione, alla salute, alla formazione professionale, al lavoro e alle prestazioni sociali, in una prospettiva di empowerment. Il progetto è realizzato a Milano, all’interno del Municipio 7, in collaborazione con le associazioni e gli enti già operativi sul territorio.
È online il sito della Cattedra Jean Monnet EUmigrlab coordinata dalla Prof.ssa Di Pascale
e relativa ai temi dell’immigrazione e dell’inclusione.
https://eumigrlab.unimi.it/
TEAM
I NOSTRI PARTNER
Associazioni, enti culturali, fondazioni, aziende che supportano il progetto Human Hall
Cosa facciamo
IL PROGETTO IN SINTESI
DIRITTI E INTEGRAZIONE
Parla Alessia Di Pascale, professoressa associata in Diritto dell’Unione europea
Perché l’accesso ai servizi è così importante in una prospettiva di integrazione?
Il tema dell’accesso ai servizi è legato in modo indissolubile a quello dei diritti sociali e al processo di integrazione. Per fare un esempio: se non conosco bene la lingua o non ho competenze digitali di base, avrò più difficoltà ad iscrivere mio figlio a scuola o a cercare dei corsi di formazione professionale e delle opportunità di impiego, quindi, ad accedere all’istruzione, al lavoro, alla salute. E questo può comportare situazioni di marginalizzazione ed esclusione sociale, con conseguenze particolarmente pregiudizievoli sui più giovani, il cui pieno inserimento può invece offrire un significativo contributo alla comunità. Come evidenziato nel rapporto annuale ISTAT 2022, “i ragazzi stranieri o italiani per acquisizione della cittadinanza rappresentano il 13% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni”. Danno quindi “un contributo notevole alla componente più giovane e dinamica della popolazione italiana, quella che rappresenta il nostro futuro demografico”.
Qual è l’obiettivo di questo progetto?
Attraverso osservazione, ricerche e una presenza fisica sul territorio, l’obiettivo è andare oltre il prezioso supporto fornito dalle organizzazioni già presenti nel quartiere per rafforzare le competenze delle persone di origine straniera, con un focus particolare sulle donne e i minori.
Perché è stato scelto il Municipio 7?
Abbiamo deciso di concentrarci su un territorio specifico, perché c’è l’esigenza di generare effetti concreti. Il Municipio 7 è stato scelto perché è caratterizzato da una forte presenza di persone di origine straniera – araba in particolare – ed è stato recentemente oggetto di attenzione mediatica per alcune problematiche che riguardano i minori. Ma oltre alle caratteristiche del luogo, era decisivo avere un operatore che ci aprisse le porte.
Lo avete trovato nella Rete QuBì Selinunte…
Senza la Rete QuBì Selinunte, il progetto – che ha un orizzonte di tre anni – avrebbe scarse probabilità di successo, perché non avrebbe la capacità di comprendere in profondità la realtà del quartiere. La Rete QuBì, grazie alla sua presenza sul territorio, è stata la chiave per superare la diffidenza, permettendoci di entrare in contatto con le persone, le associazioni e le istituzioni. Sarebbe stato impossibile farlo senza un partner qualificato, conosciuto e affidabile.
Il progetto potrà ampliarsi oltre una singola area di Milano?
Siamo concentrati sul Municipio 7, che presenta indubbiamente alcune caratteristiche peculiari, le quali sotto altri aspetti sono, però, simili ad altri contesti. E alcuni spunti potrebbero, quindi, essere utilizzati altrove.
Quali sono i vantaggi di far parte di Human Hall?
Presentarsi come parte di un progetto di così ampio respiro facilita il rapporto con gli interlocutori esterni. Siamo poi tutti sollecitati a produrre risultati concreti e a rispettare le scadenze, come esige il PNRR. Il fatto poi che ci sia un approccio interdisciplinare è una ricchezza: condividere le proprie idee con gruppi di lavoro diversi è un’occasione unica.
Perché l’accesso ai servizi è così importante in una prospettiva di integrazione?
Il tema dell’accesso ai servizi è legato in modo indissolubile a quello dei diritti sociali e al processo di integrazione. Per fare un esempio: se non conosco bene la lingua o non ho competenze digitali di base, avrò più difficoltà ad iscrivere mio figlio a scuola o a cercare dei corsi di formazione professionale e delle opportunità di impiego, quindi, ad accedere all’istruzione, al lavoro, alla salute. E questo può comportare situazioni di marginalizzazione ed esclusione sociale, con conseguenze particolarmente pregiudizievoli sui più giovani, il cui pieno inserimento può invece offrire un significativo contributo alla comunità. Come evidenziato nel rapporto annuale ISTAT 2022, “i ragazzi stranieri o italiani per acquisizione della cittadinanza rappresentano il 13% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni”. Danno quindi “un contributo notevole alla componente più giovane e dinamica della popolazione italiana, quella che rappresenta il nostro futuro demografico”.
Qual è l’obiettivo di questo progetto?
Attraverso osservazione, ricerche e una presenza fisica sul territorio, l’obiettivo è andare oltre il prezioso supporto fornito dalle organizzazioni già presenti nel quartiere per rafforzare le competenze delle persone di origine straniera, con un focus particolare sulle donne e i minori.
Perché è stato scelto il Municipio 7?
Abbiamo deciso di concentrarci su un territorio specifico, perché c’è l’esigenza di generare effetti concreti. Il Municipio 7 è stato scelto perché è caratterizzato da una forte presenza di persone di origine straniera – araba in particolare – ed è stato recentemente oggetto di attenzione mediatica per alcune problematiche che riguardano i minori. Ma oltre alle caratteristiche del luogo, era decisivo avere un operatore che ci aprisse le porte.
Lo avete trovato nella Rete QuBì Selinunte…
Senza la Rete QuBì Selinunte, il progetto – che ha un orizzonte di tre anni – avrebbe scarse probabilità di successo, perché non avrebbe la capacità di comprendere in profondità la realtà del quartiere. La Rete QuBì, grazie alla sua presenza sul territorio, è stata la chiave per superare la diffidenza, permettendoci di entrare in contatto con le persone, le associazioni e le istituzioni. Sarebbe stato impossibile farlo senza un partner qualificato, conosciuto e affidabile.
Il progetto potrà ampliarsi oltre una singola area di Milano?
Siamo concentrati sul Municipio 7, che presenta indubbiamente alcune caratteristiche peculiari, le quali sotto altri aspetti sono, però, simili ad altri contesti. E alcuni spunti potrebbero, quindi, essere utilizzati altrove.
Quali sono i vantaggi di far parte di Human Hall?
Presentarsi come parte di un progetto di così ampio respiro facilita il rapporto con gli interlocutori esterni. Siamo poi tutti sollecitati a produrre risultati concreti e a rispettare le scadenze, come esige il PNRR. Il fatto poi che ci sia un approccio interdisciplinare è una ricchezza: condividere le proprie idee con gruppi di lavoro diversi è un’occasione unica.
Alessia Di Pascale, Francesca Mauri