Tutti i progetti di Human Hall

INCLUSIONE DELLE PERSONE
CON DISABILITÀ

La tutela dei diritti delle persone con disabilità necessita di un approccio integrato, capace di coinvolgere aspetti medici e giuridici.

Il progetto presente nell’Hub punta a ovviare all’assenza di indicatori relativi all’attuazione della normativa antidiscriminatoria in sede giudiziaria, attraverso un Osservatorio permanente. Monitorerà l’applicazione della normativa per sviluppare e potenziare l’attività di advocacy a favore delle persone con disabilità.

Il Dipartimento di Scienze della Salute opererà invece un’integrazione tra la realtà clinica di utenti con disabilità fisica, psichica e cognitiva afferenti all’ASST Santi Paolo e Carlo e i programmi di accesso al lavoro. Verrà inoltre sperimentato uno strumento per quantificare l’inclusione sociale, da utilizzare per valutare l’efficacia degli interventi e per costruire percorsi di inclusione individualizzati.

TEAM

LA GIURISPRUDENZA SUI DIRITTI DELLE
PERSONE CON DISABILITÀ - Anno 2023

Primo rapporto annuale dell’ “Osservatorio giuridico permanente sui diritti delle persone con disabilità”

Il progetto Musa è un’iniziativa che mira a trasformare l’area metropolitana di Milano in un modello di innovazione sociale, con un particolare focus sui diritti delle persone con disabilità. In questo contesto è stato sviluppato un report che analizza la giurisprudenza italiana riguardante i diritti delle persone con disabilità nell’anno 2023. È un passo importante per migliorare la comprensione e l’applicazione delle leggi antidiscriminatorie in Italia e contribuire all’inclusione e alla tutela giuridica delle persone con disabilità nel paese.

Il rapporto annuale si basa sull’analisi di oltre 800 decisioni dei giudici italiani, fornendo un quadro completo delle tendenze giurisprudenziali in materia di diritti delle persone con disabilità. Esso identifica gli orientamenti consolidati e le innovazioni nella tutela giudiziaria di tali diritti. Questa analisi aiuterà a comprendere meglio come vengono applicate le leggi antidiscriminatorie in Italia e a individuare eventuali aree in cui potrebbero essere necessari miglioramenti o cambiamenti.

I NOSTRI PARTNER

Associazioni, enti culturali, fondazioni, aziende che supportano il progetto Human Hall

Cosa facciamo

IL PROGETTO IN SINTESI

INIZIATIVE

INCLUSIONE E DISCRIMINAZIONI

Parla Giuseppe Arconzo, delegato del Rettore alla disabilità, docente di diritto costituzionale e docente di Diritti delle persone con disabilità e di Diritto regionale e degli enti locali all’Università Statale di Milano

Perché il concetto di discriminazione non si può scindere da quello di inclusione?

Nella nostra cultura vige l’idea che le persone con disabilità debbano essere protette. Non è così: sono titolari di diritti come tutti gli altri. E la società non deve proteggere, ma garantire quei diritti. La protezione è assistenzialismo. La tutela dei diritti, invece, è uguaglianza.

Da dove nasce l’esigenza di un Osservatorio permanente sulla normativa antidiscriminatoria?

C’è una mancanza strutturale di dati. Oppure, se ci sono, si tratta di dati disaggregati. Esempio: la normativa viene davvero applicata? Se non conosciamo il numero delle persone che si rivolgono al tribunale per aver riconosciuti i propri diritti, non potremo mai saperlo. Perché non sappiamo come la giurisprudenza risponde a queste istanze. La richiesta di un intervento in tal senso arriva anche dalle associazioni, che, in mancanza di dati, faticano a individuare il potenziale d’intervento.

Quali sono gli obiettivi dell’Osservatorio?

I dati, che nel nostro caso sono le sentenze, sono il punto di partenza per l’analisi. Il lavoro di raccolta e catalogazione è infatti solo il primo passo, che servirà a capire che cosa porta le persone con disabilità in tribunale, ma anche le motivazioni dei giudici. Sono tutti elementi che permetteranno di individuare e portare all’attenzione dell’opinione pubblica pregi e difetti della normativa, con la possibilità di formulare proposte di modifica.

A chi si rivolge?

L’Osservatorio è un deposito di conoscenze, aperto a tutti: cittadini e associazioni, oltre che ai giuristi. È utilizzabile da chiunque si occupa di diritti delle persone con disabilità. Avere un quadro organizzato delle sentenze è un punto di svolta.

Perché è importante far parte di un progetto ampio e organico come Musa?

Il concetto di hub è importantissimo, perché non è più possibile compiere un’analisi basata sul singolo fattore discriminatorio. Il quadro cambia totalmente se si parla di minori o stranieri con disabilità. Un approccio integrato consente di cogliere le peculiarità nel loro complesso.

UNO STRUMENTO PER MISURARE L'INCLUSIONE SOCIALE

Parla Armando D’Agostino, professore associato in Psichiatria

Spesso il tema della disabilità è associato a quello dell’assistenza. Il progetto mette invece al centro l’inclusione…

Fare assistenza senza inclusione significa limitarsi a trattare le persone come persone svantaggiate, senza occuparsi del loro reinserimento. Se penso invece che il loro benessere psicologico e fisico dipende dall’autonomia e dalla possibilità di sentirsi alla pari, allora “inclusione” è la parola chiave.

Uno degli obiettivi del progetto è facilitare l’inserimento delle persone con disabilità, psichica in particolare, nel mondo del lavoro…

Oggi il dibattito sulla salute mentale è crescente, ma resta ancora sullo sfondo. Si fa fatica a parlarne. Risulta difficile capire che la disabilità psichica, come quella fisica, richiede un adattamento ambientale, anche sul lavoro. Il rapporto tra disabilità e società riguarda anche altri diritti fondamentali, come quello alla casa e alla salute. Ma è importante individuare strade chiare per l’inserimento lavorativo di persone con problematiche di salute mentale.

In che modo questo inserimento si concretizza sul territorio?

Ogni struttura sul territorio ha il proprio modo di operare, le proprie abitudini, i propri contatti. Nel tempo, ha consolidato automatismi che generano squilibri. Varia, di conseguenza, l’accesso all’inserimento lavorativo dell’utente, che può essere facilitato o svantaggiato a seconda della realtà a cui si rivolge. Il progetto Human Hall punta a una maggiore integrazione e a una maggiore coesione delle strutture sul territorio per garantire equità.

Il task punta anche a creare uno strumento per quantificare l’inclusione sociale. Di cosa si tratta?

È uno strumento che, attraverso un questionario, ha l’obiettivo di quantificare un indice di inclusione sociale delle persone con disabilità psichica. Per farlo, infatti, non basta una diagnosi né individuare la percentuale di disabilità. Oggi in Italia non c’è ancora un indice che misuri l’inclusione (e di conseguenza l’esclusione) sociale. L’obiettivo è utilizzare uno strumento sviluppato a livello internazionale, adattarlo alla realtà italiana e validarlo su una popolazione clinica italiana.

Perché è utile che il tema dell’inclusione delle persone con disabilità integri l’approccio medico con quello giuridico?

Perché è importante avere consapevolezza delle caratteristiche cliniche specifiche e conoscenza delle necessità. Poi, è decisivo sapere quello che può fare il legislatore. Gli strumenti che sviluppiamo devono uscire dall’ambito accademico. Devono essere utili e utilizzati. E per raggiungere questo obiettivo serve un passaggio del legislatore.

Quanto conta fare parte di un progetto condiviso, come quello di Human Hall?

Combinando visioni e prospettive diverse, è possibile arricchirsi. Lo strumento per quantificare l’inclusione, ad esempio, potrebbe essere riadattato a un altro ambito. E poi c’è un altro aspetto, per il quale viene utilizzato oggi il termine “intersezionale”. Se si riesce a ragionare in modo coeso, a convogliare singole tematiche (dai diritti dei migranti alla discriminazione di genere fino alla salute mentale) in un progetto di più ampio respiro, allora diventa possibile contribuire a una cultura più coerente rispetto al tema dell’inclusione.

Spesso il tema della disabilità è associato a quello dell’assistenza. Il progetto mette invece al centro l’inclusione…

Fare assistenza senza inclusione significa limitarsi a trattare le persone come persone svantaggiate, senza occuparsi del loro reinserimento. Se penso invece che il loro benessere psicologico e fisico dipende dall’autonomia e dalla possibilità di sentirsi alla pari, allora “inclusione” è la parola chiave.

Uno degli obiettivi del progetto è facilitare l’inserimento delle persone con disabilità, psichica in particolare, nel mondo del lavoro…

Oggi il dibattito sulla salute mentale è crescente, ma resta ancora sullo sfondo. Si fa fatica a parlarne. Risulta difficile capire che la disabilità psichica, come quella fisica, richiede un adattamento ambientale, anche sul lavoro. Il rapporto tra disabilità e società riguarda anche altri diritti fondamentali, come quello alla casa e alla salute. Ma è importante individuare strade chiare per l’inserimento lavorativo di persone con problematiche di salute mentale.

In che modo questo inserimento si concretizza sul territorio?

Ogni struttura sul territorio ha il proprio modo di operare, le proprie abitudini, i propri contatti. Nel tempo, ha consolidato automatismi che generano squilibri. Varia, di conseguenza, l’accesso all’inserimento lavorativo dell’utente, che può essere facilitato o svantaggiato a seconda della realtà a cui si rivolge. Il progetto Human Hall punta a una maggiore integrazione e a una maggiore coesione delle strutture sul territorio per garantire equità.

Il task punta anche a creare uno strumento per quantificare l’inclusione sociale. Di cosa si tratta?

È uno strumento che, attraverso un questionario, ha l’obiettivo di quantificare un indice di inclusione sociale delle persone con disabilità psichica. Per farlo, infatti, non basta una diagnosi né individuare la percentuale di disabilità. Oggi in Italia non c’è ancora un indice che misuri l’inclusione (e di conseguenza l’esclusione) sociale. L’obiettivo è utilizzare uno strumento sviluppato a livello internazionale, adattarlo alla realtà italiana e validarlo su una popolazione clinica italiana.

Perché è utile che il tema dell’inclusione delle persone con disabilità integri l’approccio medico con quello giuridico?

Perché è importante avere consapevolezza delle caratteristiche cliniche specifiche e conoscenza delle necessità. Poi, è decisivo sapere quello che può fare il legislatore. Gli strumenti che sviluppiamo devono uscire dall’ambito accademico. Devono essere utili e utilizzati. E per raggiungere questo obiettivo serve un passaggio del legislatore.

Quanto conta fare parte di un progetto condiviso, come quello di Human Hall?

Combinando visioni e prospettive diverse, è possibile arricchirsi. Lo strumento per quantificare l’inclusione, ad esempio, potrebbe essere riadattato a un altro ambito. E poi c’è un altro aspetto, per il quale viene utilizzato oggi il termine “intersezionale”. Se si riesce a ragionare in modo coeso, a convogliare singole tematiche (dai diritti dei migranti alla discriminazione di genere fino alla salute mentale) in un progetto di più ampio respiro, allora diventa possibile contribuire a una cultura più coerente rispetto al tema dell’inclusione.

Giuseppe Arconzo, Maria Paola Canevini, Armando D’Agostino, Stefano Bissaro

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