Tutti i progetti di Human Hall

SOSTENIBILITÀ SOCIALE E AGENDA ONU 2030

Dall’istruzione alla riduzione delle disuguaglianze, fino alla produzione e al consumo responsabili. L’Onu definisce la sostenibilità in modo ampio e diversificato. Questo progetto punta a potenziare la partecipazione consapevole e attiva degli studenti, dei cittadini e delle imprese per raggiungere, in ambito metropolitano, gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Verranno organizzati corsi ed eventi, percorsi formativi, anche in collaborazione con aziende private e no profit, aperti a studenti, cittadini e imprese. Con l’obiettivo di costruire una “università civica”, dove la gestione sociale della conoscenza diventa motore di sviluppo sostenibile e competitivo, il progetto intende rafforzare le attività della Terza Missione e la connessione interna all’ateneo, coordinando da una parte il  Laboratorio Civico, per diffondere la cultura dell’impegno sociale e il valore della solidarietà civile in ambito scientifico e culturale e dall’altra il Green Office, una tavola rotonda, in cui co-programmare e co-progettare  tra rappresentanti di docenti, amministrativi e studenti ed Enti del Terzo Settore  che avrà il compito di guidare la transizione verso un ateneo sostenibile, proponendo strategie per ridurne ulteriormente l’impatto e connettendo tra loro i vari attori dell’università.

TEAM

Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap,
costituita nel 1994.

L’associazione, fondata nel 1979, lavora per la tutela
dei diritti delle persone con disabilità.

Cosa facciamo

INIZIATIVE

IL PROGETTO IN SINTESI

GLI OBIETTIVI DELL'AGENDA ONU 2030

Parla Stefano Bocchi, Delegato del Rettore per la sostenibilità E PROFESSORE ordinario di Agronomia.

Cosa lega l’Agenda Onu con il progetto Human Hall?

L’Agenda Onu 2030 definisce la sostenibilità in modo ampio e dichiara che i 17 obiettivi non possono essere presi uno per volta: l’approccio deve essere organico e multidisciplinare. È lo stesso approccio del progetto Human Hall.   

Quanto è importante che i singoli progetti siano inseriti in un hub?

Fondamentale. Se vogliamo fare passi avanti sul fronte della sostenibilità è importante avanzare in modo integrato e multidisciplinare. Molti progetti specializzati rischiano di essere controproducenti. Il percorso intrapreso con Human Hall è complesso, prevede l’intervento di diverse discipline e docenti. Ma un quadro organico deve essere cercato e raggiunto. 

È possibile combinare la sostenibilità ambientale con quella socio-economica?

Ci sono strumenti che permettono la valutazione della sostenibilità nel suo complesso. Stanno emergendo standard che costringono ad analizzare la sostenibilità in modo quantitativo e comparabile. Come si tiene insieme tutto? Rimanendo fedeli ai mandati dell’agenda 2030.

Come si riportano gli obiettivi globali dell’Onu su scala locale?

L’ambizione è aumentare la consapevolezza e la conoscenza sugli obiettivi dell’Agenda 2030 in ambito metropolitano, attraverso iniziative e corsi brevi che coinvolgano non solo gli studenti ma anche i cittadini.

Anche grazie al Green Office…

Sì, il Green Office è il terminale di altri uffici e gruppi di lavoro. È una struttura che riunisce  rappresentanti di studenti, professori e personale tecnico-amministrativo per migliorare le connessioni interne a UniMi e proporre strategie capaci di rendere l’ateneo più sostenibile.

Cosa lega l’Agenda Onu con il progetto Human Hall?

L’Agenda Onu 2030 definisce la sostenibilità in modo ampio e dichiara che i 17 obiettivi non possono essere presi uno per volta: l’approccio deve essere organico e multidisciplinare. È lo stesso approccio del progetto Human Hall.   

Quanto è importante che i singoli progetti siano inseriti in un hub?

Fondamentale. Se vogliamo fare passi avanti sul fronte della sostenibilità è importante avanzare in modo integrato e multidisciplinare. Molti progetti specializzati rischiano di essere controproducenti. Il percorso intrapreso con Human Hall è complesso, prevede l’intervento di diverse discipline e docenti. Ma un quadro organico deve essere cercato e raggiunto.

È possibile combinare la sostenibilità ambientale con quella socio-economica?

Ci sono strumenti che permettono la valutazione della sostenibilità nel suo complesso. Stanno emergendo standard che costringono ad analizzare la sostenibilità in modo quantitativo e comparabile. Come si tiene insieme tutto? Rimanendo fedeli ai mandati dell’agenda 2030.

Come si riportano gli obiettivi globali dell’Onu su scala locale?

L’ambizione è aumentare la consapevolezza e la conoscenza sugli obiettivi dell’Agenda 2030 in ambito metropolitano, attraverso iniziative e corsi brevi che coinvolgano non solo gli studenti ma anche i cittadini.

Anche grazie al Green Office…

Sì, il Green Office è il terminale di altri uffici e gruppi di lavoro. È una struttura che riunisce  rappresentanti di studenti, professori e personale tecnico-amministrativo per migliorare le connessioni interne a UniMi e proporre strategie capaci di rendere l’ateneo più sostenibile.

Stefano Bocchi, Marina Carini

L'INNOVAZIONE SOCIALE
PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

Parla Marina Carini, Professoressa ordinaria in chimica farmaceutica

Quali sono gli obiettivi del progetto Sostenibilità sociale e Agenda Onu 2030?

Il progetto si occupa di tutto ciò che riguarda i 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Io, in particolare, come prorettrice alla Terza Missione, mi occupo di tutto quello che è responsabilità sociale, con riferimento ai goal 8 e 10.

Qual è il focus dell’obiettivo 8?

Il goal 8 riguarda il lavoro dignitoso e la crescita economica inclusiva. È un obiettivo decisivo non solo per l’Onu, anche per il nostro progetto. Sarà importante coinvolgere aziende, grandi e piccole, che possano supportare l’innovazione sociale e culturale. È un concetto mai abbastanza valorizzato, perché – nelle università come nelle imprese – si tende ad associare l’innovazione con la tecnologia. Che è importantissima. Ma per uno sviluppo consapevole, anche l’innovazione sociale è decisiva.

Dipende anche dal fatto che l’innovazione tecnologica è più facilmente “misurabile”?

È vero: l’innovazione tecnologica, ad esempio in termini di brevetti, si può misurare in modo più semplice e immediato, mentre quella sociale è intangibile. Misurare l’impatto sociale è più complesso, ma è una necessità.
Al di là della misurabilità, credo ci sia un problema culturale. Sarà importante dialogare con le aziende, per far loro capire che la sostenibilità e l’innovazione sociale comportano sì una nuova mentalità, ma non sono un costo. I corsi che il nostro progetto intende promuovere vanno ben calibrati anche in questo senso: non devono essere solo formazione, ma devono proporre esempi di applicazioni concrete.

Tornando agli obiettivi Onu, in cosa consiste il goal 10 e come si integra nel progetto?

Riguarda la riduzione delle diseguaglianze. È un obiettivo centrale per la Terza Missione, verso la costruzione – come sottolinea anche il Piano Strategico d’Ateneo 2022-2024 – di una “università civica”. Si tratta di un concetto nel quale la gestione sociale della conoscenza diventa motore di sviluppo sostenibile. E include tante cose: volontariato, progetto Carceri, percorsi formativi per incentivare attività solidali.

Qual è il valore aggiunto di Human Hall?

Fare parte di un hub – convogliando le energie dei docenti e valorizzando la multidisciplinarietà dell’ateneo – è l’unico modo per perseguire un obiettivo comune. Quello che si sta tentando di fare è evitare che i singoli individui si occupino di aspetti importanti ma disparati. Human Hall ha un’articolazione ampia, ma tutti i progetti hanno una parola in comune: inclusione.

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